Passa ai contenuti principali

La ragazza di Bube, Carlo Cassola


Il libro è stato scritto da Carlo Cassola tra il 1958 e il 1959 e nel 1960 vinse il premio Strega. Pochi anni dopo ne è stato tratto anche un film.

Siamo in Italia, più precisamente in Toscana, subito dopo la seconda guerra mondiale. Bube è un partigiano militante nel partito comunista, Mara è una sedicenne che si innamora di lui e che viene da una famiglia di comunisti. Bube sarà implicato in una vicenda giudiziaria che segnerà profondamente il percorso di vita di Mara e la sua maturazione.
Questa la trama in breve, ma il libro va ben oltre una semplice storia d'amore.
Racconta dell'Italia, della sua storia, degli italiani e della società dell'immediato dopo guerra, a cavallo del referendum per la scelta tra Repubblica e Monarchia.
Credo che si tenda a vedere il dopoguerra in maniera molto netta, ma non è stato così. Si tratta di storia recente, forse ancora non ben metabolizzata. Gli italiani si identificavano a fatica con una visione politica e chi lo faceva si schierava da una parte o dall'altra, mentre la maggior parte delle persone, qui a mio avviso incarnate nella semplicità e genuinità di Mara, viveva passivamente le vicende politiche.
In particolare mi sembra emerga la difficoltà da parte dei giovani di identificarsi in qualcosa. In questo, per certi aspetti, mi ha riordato un romanzo di Pratolini, Eroe del nostro tempo, che racconta proprio dello smarrimento post-bellico giovanile.
Il libro ci mostra la maturazione di Mara, una ragazza spensierata, semplice e genuina che desidera l'amore e lo trova in Bube. Vive con lui momenti di spensieratezza e di ardore giovanile, si promettono il matrimonio, ma improvvisamente le circostanze della vita li separano. Mara cresce e matura su questa promessa, sceglie di essere fedele a Bube, sceglie di essere La Ragazza di Bube e questa sarà la sua identità che porterà avanti nonostante tutto il dolore che incontra nel percorso della vita e che riesce ad affrontare con forza e coraggio. L'aspetto fondamentale del personaggio di Mara, a mio avviso, è proprio la scelta che lei fa. Non vive passivamente nel dolore, ma sceglie di percorrere un percorso costellato di dolore.
Bube da sfrontato e coraggioso come lo si trova nella prima parte del libro, comincia via via a sentirsi uno strumento in mano di altri e comprende come l'unico appiglio che gli permette di affrontare la drammatica prova che le scelte compiute nella vita gli hanno messo davanti, sia il legame con Mara e il desiderio di poterlo vivere appieno.
Il linguaggio del libro è semplice, vi sono numerosi dialoghi e si legge molto velocemente.
Forse sono di parte, tutti i libri che trattano della storia d'Italia mi emozionano particolarmente, probabilmente per il senso di appartenenza che risvegliano in me; questo lavoro di Cassola mi è piaciuto davvero molto per la semplicità della storia, la genuinità dei personaggi e la sincerità che traspare nel racconto di un'epoca che si percepisce come lieve sottofondo.

"Ma non fu che un momento: perché ancora una volta quella forza che l'aveva assistita in tutte le circostanze dolorose della vita, la sorresse e le ridiede animo. Mara rimase di nuovo sveglia, con gli occhi aperti, e pensava che aveva fatto la metà del cammino, e che alla fine della lunga strada ci sarebbe stata la luce..."

Commenti

  1. Il fascino di questa storia mi sembra la solidità delal scelta di Mara. Una donna che si dimostra capace di decidere da sola, del prorpio destino. La ringrazio di aver ricordato questo gioiello della letteratura italiana contempoeranea...

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo. La forza interiore di Mara, la sua determinazione e il suo
    coraggio di scegliere sono il fulcro del libro. Mi ha ricordato una
    generazione di donne:le nostre nonne o madri che hanno saputo accettare ed
    affrontare la vita nella sua interezza affrontando situazioni e questioni
    con una autodeterminazione e forza d'animo di cui forse molte nuove
    generazioni non sono consapevoli.
    Grazie per il commento e per aver letto il mio pensiero!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Neve di primavera Yukio Mishima

"L'istante in cui finisce un bacio è carico del malinconico dispiacere che connota un risveglio forzato: vorremmo ancora dormire, ma non sappiamo opporci al sole del mattino che, simile ad agata, attraversa la pelle sottile delle nostre palpebre. In quel preciso istante la prelibatezza del sonno raggiunge il suo culmine"  Un libro raffinato e struggente.  Di appartenente al mondo giapponese conoscevo soltanto Murakami, complice un'offerta lampo di amazon ho acquistato  Neve di primavera di Yukio Mishima, autore conosciuto in Italia soprattutto per aver compiuto il suicidio rituale giapponese. Neve di primavera è una storia d'amore, d'amicizia, di maturazione, ma anche il racconto di un Giappone che cambia, che sta incontrando l'Occidente. Mishima l'ha scritto nel 1967 e fa parte di una tetralogia: I l mare della fertilità, il cui personaggio comune è Honda, attraverso i cui occhi viene narrata la storia

Lincoln nel bardo, George Saunders

   Ho letto questo libro poiché finalista al Man Booker Prize 2017, di cui poi è stato il vincitore.Di solito non mi piace scegliere libri troppo chiacchierati perché inevitabilmente influenzano la mia lettura e il mio modo di recepire il romanzo. A dire il vero ho in programma la lettura dell'ultimo romanzo di Auster, anch'esso sulla bocca di molti e finalista al Man Booker Prize 2017. Cercherò pertanto di non leggere o vedere opinioni in merito per mantenere il più mia possibile l'impressione del libro. La struttura di Lincoln nel bardo è molto particolare, si tratta di una sorta di romanzo corale in cui ogni voce per lo più parla direttamente al lettore. Alcune di queste voci sono delle vere e proprie fonti dell'epoca, altre sono inventate dall'autore. Sostanzialmente il romanzo si svolge in un luogo sospeso tra la vita e la morte e molte delle voci narranti sono spiriti intrappolati in questa sorta di limbo, anime che non riescono a lasciare andare la vita

Morte di un uomo felice di Giorgio Fontana

"Colnaghi chinò il mento sul petto. Da diverso tempo immaginava che anche lui, forse, sarebbe diventato un corpo come Vissani, o come i colleghi uccisi negli anni precedenti. La trasformazione era in corso, ed era strano - come portare in giro un secondo se stesso, una minuscola morte che andava germogliando nel tempo, in attesa di sbocciare. Sarebbe accaduto davvero? E dove, e quando?" Cos'è la giustizia? Qual è il suo ruolo? Queste le domande che sembrano pervadere la vita di Giacomo Colnaghi. Siamo a Milano nel 1981, uno dei periodi in assoluto più bui e confusi della storia italiana; Giacomo Colnaghi è un giovane magistrato cattolico e si occupa di terrorismo di sinistra. Colnaghi non ha mai conosciuto il padre, un uomo ucciso in seguito alla partecipazione ad azioni a sfondo partigiano, ma la sua storia e le motivazioni che l'hanno condotto alla morte sono dei punti fondamentali a partire dai quali si sviluppa la vita del magistrato. Il clima dell'Itali