Questo ennesimo libro della serie di Jo Nesbø con protagonista Harry Hole mi ha colpito talmente tanto da spingermi ad andare oltre la mia solita breve recensione su ANobii.
Avevo appena terminato Il Leopardo, il romanzo che precede Lo Spettro e avendolo già nel mio ebook reader, l'ho iniziato immediatamente.
Si tratta di un thriller che va oltre: c'è molto Hole, molto della sua personale storia ed evoluzione.
Una cosa mi è rimasta particolarmente impressa e ha assunto nel mio personale modo di approcciarmi al libro un significato simbolico: Harry si presenta all'inizio del libro con un abito di lino marrone, insolito per lui che normalmente indossa abiti di uno stile diverso, e vi si tiene attaccato anche quando sarebbe il caso di non farlo. Questo è un abito da uomo maturo, da padre. Infatti Harry si trova a dover dipanare la matassa dietro ad un omicidio per il quale è stato accusato Oleg, il figlio della donna di cui è innamorato e
con la quale ha avuto un'importante storia, Oleg che per lui è sempre stato come un figlio. Si vede un'importante evoluzione del rapporto tra Harry e il ragazzo, momenti bellissimi che mi hanno fatto commuovere.
Poi ci sono il thriller, il mistero e gli intrighi legati ad una Oslo dipinta come una città flegellata da una droga che crea dipendenza e meccanismi sociali e criminali molto simili a quelli creati dall'eroina. Harry come sempre dipana la matassa e come sempre lo fa a modo suo, trovandosi talvolta in situazioni che mi hanno fatto sfuggire un sorriso da quanto improbabili e irraelistiche fossero, ma non importa, si tratta di un romanzo, si tratta di Harry Hole.
I vissuti del dipendente da violina, la sostanza stupefacente simile all'eroina di cui si parla nel libro, sono raccontati molto bene, lasciano il segno permettendo di capire le ragioni dietro ad alcune azioni senza lasciare spazio a troppi moralismi.
Come in altri thriller di Nesbø ci sono più voci narranti che intervallano l'esposizione degli eventi, questa volta una delle voci narranti è la vittima dell'omicidio di cui è accusato Oleg, e anche tutta questa parte è emotivamente interessante.
Il finale: un'esplosione di sentimenti e di colpi di scena.
Lo ritengo un libro che può essere apprezzato e compreso di più da chi già conosce i personaggi che popolano la Oslo di Nesbø, possibilmente nella loro evoluzione nel corso del tempo e in particolare Harry e il suo vissuto nei confronti di Oleg.
La lettura di Lo Spettro mi ha lasciato oltre che con l'impellente desiderio di scriverne un'impressione di lettura, con il bisogno di leggere il libro successivo, Polizia.
A presto Harry.
Avevo appena terminato Il Leopardo, il romanzo che precede Lo Spettro e avendolo già nel mio ebook reader, l'ho iniziato immediatamente.
Si tratta di un thriller che va oltre: c'è molto Hole, molto della sua personale storia ed evoluzione.
Una cosa mi è rimasta particolarmente impressa e ha assunto nel mio personale modo di approcciarmi al libro un significato simbolico: Harry si presenta all'inizio del libro con un abito di lino marrone, insolito per lui che normalmente indossa abiti di uno stile diverso, e vi si tiene attaccato anche quando sarebbe il caso di non farlo. Questo è un abito da uomo maturo, da padre. Infatti Harry si trova a dover dipanare la matassa dietro ad un omicidio per il quale è stato accusato Oleg, il figlio della donna di cui è innamorato e
con la quale ha avuto un'importante storia, Oleg che per lui è sempre stato come un figlio. Si vede un'importante evoluzione del rapporto tra Harry e il ragazzo, momenti bellissimi che mi hanno fatto commuovere.
Poi ci sono il thriller, il mistero e gli intrighi legati ad una Oslo dipinta come una città flegellata da una droga che crea dipendenza e meccanismi sociali e criminali molto simili a quelli creati dall'eroina. Harry come sempre dipana la matassa e come sempre lo fa a modo suo, trovandosi talvolta in situazioni che mi hanno fatto sfuggire un sorriso da quanto improbabili e irraelistiche fossero, ma non importa, si tratta di un romanzo, si tratta di Harry Hole.
I vissuti del dipendente da violina, la sostanza stupefacente simile all'eroina di cui si parla nel libro, sono raccontati molto bene, lasciano il segno permettendo di capire le ragioni dietro ad alcune azioni senza lasciare spazio a troppi moralismi.
Come in altri thriller di Nesbø ci sono più voci narranti che intervallano l'esposizione degli eventi, questa volta una delle voci narranti è la vittima dell'omicidio di cui è accusato Oleg, e anche tutta questa parte è emotivamente interessante.
Il finale: un'esplosione di sentimenti e di colpi di scena.
Lo ritengo un libro che può essere apprezzato e compreso di più da chi già conosce i personaggi che popolano la Oslo di Nesbø, possibilmente nella loro evoluzione nel corso del tempo e in particolare Harry e il suo vissuto nei confronti di Oleg.
La lettura di Lo Spettro mi ha lasciato oltre che con l'impellente desiderio di scriverne un'impressione di lettura, con il bisogno di leggere il libro successivo, Polizia.
A presto Harry.
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